ANCORE: Quali sono e come sceglierla.

ancora su pontile

Scegliere l’ancora per la barca non è affatto semplice, né scontato, perché ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. Inoltre variano per forma, peso e materiale.  

Prima di tutto, per scegliere l’ancora più adatta per la tua barca, devi pensare alle dimensioni della tua imbarcazione: uno yacht di 35 metri non può certo accontentarsi della stessa ancora di una barca a vela da 4 metri.

Oltre alle dimensioni e di conseguenza al peso dell’imbarcazione , bisogna tenere conto del tipo di fondale che si dovrà affrontare.    Ci sono fondali rocciosi e fondali sabbiosi, fondali ricchi di vegetazione e fondali del tutto privi di piante e alghe.

L’ancora a ceppo: Ammiragliato
parti ancora a ceppo

Si tratta di un accessorio nautico molto efficiente, il quale però è molto pesante e ingombrante. La sua efficacia, del resto, è tale proprio in virtù del peso importante e della posizione delle marre, le quali sono ottime sia per un fondale sabbioso, in cui affondare e fare presa, sia per un fondale ricco di alghe. Esiste però una tipologia speciale di ancora Ammiragliato, a ceppo sfilabile, che permette di ridurne l’ingombro. In tutti i casi, l’Ammiragliato non si presta come prima ancora per una barca da diporto: meglio prenderla in considerazione, in caso, come ancora di speranza per la sua grande versatilità.

L’ancora a vomere / ad aratro: CQR e Delta
Ancora a vomere / ad aratro: CQR e Delta

In questa categoria rientrano l’ancora CQR e l’ancora Delta, la quale deriva direttamente dalla prima. Il richiamo all’aratro illustra piuttosto bene quelle che sono le caratteristiche morfologiche di queste ancore, le quali proprio per la loro particolare forma risultano molto efficaci: non è un caso se ‘CQR’ è l’abbreviazione per la parola inglese ‘secure’, ovvero ‘sicuro’. Le ancore ad aratro hanno una storia piuttosto curiosa: non sono nate come ancore per barca, quanto invece come ancore per idrovolanti (negli anni Trenta), e da questo aspetto si capisce il perché si è puntato in modo così deciso in direzione di uno strumento in grado di garantire un’alta tenuta a fronte di un peso ridotto.

Si tratta di un’ancora che funziona su tutti i tipi di fondali. Tra gli altri vantaggi vanno ricordati la facilità di installare il grippiale e la possibilità di fare nuovamente presa dopo un’eventuale arata. Il perfezionamento della CQR, come anticipato, è l’ancora Delta, la quale permette un migliore posizionamento automatico a prua, nel momento in cui viene issata dal salpancora.

L’ancora a cucchiaio: l’ancora Bruce
ancora a cucchiaio: l’ancora Bruce

L’ancora Bruce presenta un unica grande marra di forma semicircolare, la quale si innalza sui due lati con due punte. L’ancora Bruce è stata concepita per la prima volta nel 1972 da Peter Bruce, ingegnere navale che lavorava alla progettazione di un valido sistema di ancoraggio per le piattaforme petrolifere. Funziona molto bene su tutti i fondali, eccezion fatta per quelli fangosi o per quelli particolarmente erbosi o rocciosi. L’ancora Bruce conosce molti modelli derivati, come per esempio la Trefoi, le Spade, le Rocna e via dicendo.

Lo svantaggio dell’ancora Bruce è costituito dal non semplicissimo stivaggio, vista la sua particolare forma; va però detto che, a parità di peso, lavora meglio della CQR e della Danforth, e si integra alla perfezione al musone di prua.

L’ancora a marre articolate: la Danforth e la Hall
anora Danforth

Molto conosciuta e molto diffusa, la Danforth è la più utilizzata tra le ancore a marre articolate. Si tratta di un’ancora piatta, con delle marre molto estese e, di contro, un peso contenuto. Resa particolare dal diamante snodato, questa ancora funziona molto bene – in virtù della grandezza delle marre – su fondali sabbiosi, rivelandosi invece inadatta su rocce e su posidonia. Chi possiede una Danforth – come prima o seconda ancora – deve ricordarsi, di tanto in tanto, di controllare lo snodo delle marre, le quali, se bloccate, non possono che avere un’efficacia limitata.

ancora Hall

Appartiene alla famiglia delle ancore a marre articolate anche la Hall, la quale però è molto pesante e presenta della marre non piatte, quanto invece piuttosto grosse. Ha una buona presa sulla maggior parte dei fondali ma, visto il suo peso, viene utilizzata solo sulle navi o su delle barche di dimensioni importanti.

L’ancora a ombrello / a grappino
L’ancora a ombrello / a grappino

Ecco qui l’ancora espressamente pensata e realizzate per le barche di dimensioni ridotte. Si tratta infatti di un’ancora piccola, leggere e richiudibile (nelle versioni moderne), proprio come un ombrello, la quale è dunque particolarmente funzionale dove lo spazio è minimo, come per esempio su un gommone o su una barca a vela di dimensioni estremamente ridotte. Al momento dell’utilizzo basta aprirla – proprio come un ombrello – e calarla in acqua, pur sapendo che la sua tenuta non è eccezionale (si rivela però buona sui fondali rocciosi).

Quanto deve pesare un’ancora per barca?

Quanti chili deve vantare l’ancora perfetta? Ebbene, il peso cambia in base alla stazza della barca stessa.

Il peso ideale si ottiene calcolando un chilogrammo di peso per ogni metro di lunghezza della barca. Se ne deduce quindi che, volendo gettare l’ancora su un fondale sabbioso, una barca a vela di dieci metri – per esempio – dovrà poter contare su un’ancora Bruce da 10 chilogrammi (optando in caso per un’ancora Bruce da 16 chilogrammi nell’eventualità di ancoraggio in zone esposte o ventose). Al peso dell’ancora, però, va aggiunto anche quello della catena, il che, nel complesso, andrà a creare una massa tendenzialmente imponente.

Scegliere la catena giusta per l’ancora

Perché è d’obbligo utilizzare una catena per l’ancora? Essa non lavora bene quando la trazione è perpendicolare al fondale ma dà il meglio nel momento in cui la trazione è parallela al fondo, cosa che non si può certo avverare nella situazione in cui l’ancora è aggrappata a una cima che si sviluppa verticalmente tra la barca e il fondale.

Ecco perché si utilizza la tipica catena metallica: questa, per via del suo peso, si adagia sul fondale, così da esercitare una trazione orizzontale – aiutata dallo spostarsi indietro della nave rispetto al punto in cui si è gettata l’ancora. Ne consegue dunque che quest’ultima, per muoversi e per arare sul fondale, si troverà a dover fronteggiare non solo l’acqua, ma anche la sabbia, il fango, le rocce, la vegetazione e la ghiaia posti sul fondale.

Va poi sottolineato che una catena è estremamente più resistente di una qualsiasi cima tessile, la quale si rovinerebbe grandemente nel restare impigliata in fondali rocciosi. Non va poi dimenticato che il peso della catena costituisce indirettamente un buona ammortizzatore, eliminando gli scossoni e gli strattoni che si potrebbero sentire con una semplice cima in caso di ancoraggio in acque mosse. La barca di cui prima, ovvero la nostra barca a vela di dieci metri, dovrà fornire all’ancora Bruce da 10 chilogrammi una catena di circa 25-30 metri. Le barche più piccole, per ridurre il peso a bordo, possono sostituire parte della catena con una cima tessile, avendo però l’attenzione di lasciare sempre e comunque i 10 metri finali in catena, per i motivi sopra riportati. Un gommone dotato di un’ancora a grappino, invece, potrà accontentarsi di un ancoraggio ‘posticcio’ fatto in totale assenza di catena – e quindi con la sola cima.

In ogni caso, l’insieme ancora-cima- catena dovrebbe essere lungo almeno 3 volte più della distanza tra la superficie dell’acqua e il fondale, così da rendere possibile l’appoggiarsi della catena sul fondale.

Cos’è il grippiale?

Parlando dell’ancora CQR, sopra, abbiamo nominato il grippiale. Di che cosa si tratta?

Con questo termine si fa riferimento a una cima lunga poco più del fondale legata da una parte al diamante dell’ancora e, sopra, a una piccola boa, chiamata per l’appunto grippiale. Questo galleggiante viene abbandonato in acqua nel momento in cui si dà ancora, e così, naturalmente, resterà sopra all’ancora stessa una volta depositata sul fondo. Il grippiale risulta comodissimo in caso di ancora incagliata: in tal caso basterà infatti portarsi vicino al galleggiante e, recuperando la cima ad esso collegata, liberare l’ancora.

Ancora di rispetto

Un’unità di diporto – eccezion fatta per le imbarcazioni più piccole – dovrebbe sempre avere a bordo due ancore.

La seconda ancora viene chiamata anche ancora di rispetto, di speranza o di riserva. Questa viene utilizzata in molte situazioni differenti. Ipotizziamo che la nostra prima ancora sia una Bruce, la quale non dà certo il meglio di sé in caso di fondale rocciosi. In una tale situazione sarà senz’altro meglio poter contare su un’ancora di rispetto di tipologia diversa, come per esempio una Rocna. E ancora, la seconda ancora può essere utilizzata nel momento in cui, dovendo ancorare in una rada ventosa, il rischio di arare risulti alto: in quel caso, con una doppia ancora, si potranno dormire sonni più tranquilli.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *