Credenze e Superstizioni a bordo.

barca sognante

Ecco un elenco di alcune bizzarre credenze e superstizioni marinare:

OMBRELLO A BORDO

Tutti i marinai lo sanno: MAI portare in barca un ombrello! La superstizione è largamente diffusa negli ambienti marinareschi

IL VARO DELLA BARCA

Durante il varo di una barca, il padrino o la madrina devono rompere la bottiglia di champagne a prua o sulla chiglia. È di fondamentale importanza che essa si spacchi al primo colpo, altrimenti la barca sarà costretta a subire una vita piena di sventure e disgrazie.

IL CAMBIO DEL NOME DELLA BARCA

Cambiare il nome a una barca porta male, perché una barca possiede un’anima come le persone, e come le persone viene immediatamente riconosciuta attraverso il suo nome..

Secondo alcuni cambiare nome ad una barca si ingannano i marinai esperti, che di questa ne conoscono pregi e difetti. Essi potrebbero in questo modo imbarcarsi, a loro insaputa, su una nave tristemente nota.

E allora come si fa a togliere la sfortuna se fosse veramente necessario?

Cambiarle nome?

Ci sono alcuni rimedi:

•prima di procedere alla sostituzione del nome alla barca, far sturare una bottiglia di vino rosso da una vergine e farne aspergere il contenuto sulla prora;

•cancellare il vecchio nome, lasciando la braca quanto più tempo senza, magari sfruttando la pausa invernale del rimessaggio, con la speranza che “lei” dimentichi e non si accorga del nuovo;

•far rotta in modo tale da tagliare la stessa per sette volte;

•sostituire un bullone dalla chiglia;

•conservare il vecchio nome sottocoperta, sistemandolo sul controdritto di prora;

•Collocare una moneta sotto l’albero maestro. E qui, riemerge l’antica pratica propiziatoria gia’ in uso presso gli antichi romani. Attenzione però: se l’albero è in alluminio, la moneta dovra’ essere isolata elettricamente.

I Francesi, concordano, sebbene ammettano una significativa eccezione: solo il 15 agosto è possibile dare un nuovo nome alla propria barca, seguendo però scrupolosamente un rigoroso rituale. La barca ribattezzata deve veleggiare di bolina, compiendo una serie di brevi virate, disegnando così un percorso a zigzag. Poi deve poggiare e scendere in poppa piena. Il motivo di un simile rituale? Il percorso rappresenta un serpente che si mangia la coda! Ovviamente è d’obbligo aggiungere la benedizione del prete. Guai a lui, però, se mette un piede sulla barca!

SALPARE DI VENERDÌ

Nella tradizione cristiana il venerdì è spesso indicato come giorno di avvenimento di fatti nefasti (come la crocifissione di Cristo e la tentazione di Adamo ed Eva da parte del diavolo).

Secondo un altra ipotesi la credenza è legata al fatto che spesso i marinai venivano pagati di giovedì. Il giorno dopo, appunto venerdì, molto di essi si erano “bevuti” gran parte della loro paga e tornavano a bordo ubriachi, quindi partire quel giorno avrebbe significato un numero di incidenti molto alto.

IL COLORE VERDE

In Italia una barca verde è portatrice di cattiva sorte. All’inizio il divieto riguardava l’abbigliamento. Mai indossare abiti verdi, forse perché il verde non si distingue dall’acqua di mare.

Secondo alcuni il verde porta sfortuna in barca poiché un tempo gli ufficiali di Marina che morivano, venivano bendati e portati a casa solo dopo molto tempo, quindi ammuffiti, cioè ricoperti di muffa verde.

Per  altri , invece, questo era il colore della muffa o dell’ossido che si poteva formare sul legno o sul metallo delle navi, materiali con cui venivano costruite tutte le parti, scafo e albero incluso. Inutile spiegare quanto potesse essere rischioso scoprirne delle tracce in navigazione, magari ben lontani dalla costa.

Fischiare a bordo

Fin dall’antichità era ritenuto che fischiare a bordo potesse far nascere tempeste e attirare il diavolo. Se un marinaio si metteva a fischiare, questo significava che voleva misurarsi con il vento, sfidandolo a duello.

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