Il teak è il legno ideale per usi esterni grazie alla presenza nelle sue fibre di oli che lo proteggono dalla pioggia e dagli agenti atmosferici. La quantità di olio dipende dal taglio e dalla stagionatura del legno; infatti nella scala delle durezze viene classificato come legno morbido, soggetto facilmente a danneggiamento in caso di urti con oggetti.
La resistenza del teak a bordo nel tempo è notevole, se ben curato può durare anche 30 anni. In caso di danni superficiali può essere carteggiato per ripristinare lo splendore originale. Alcuni tendono a levigare la superficie annualmente, ma è un’operazione da evitare se non in casi estremi. E’ preferibile, invece, trattare il legno con prodotti specifici in modo da non sprecare millimetri preziosi di spessore. Il teak tende ad assorbire tutto ciò che gli viene dato e quindi è facile macchiarlo. Se non si interviene in breve tempo la macchia può diventare indelebile. Un aiuto in questo senso è offerto dalle nanotecnologie, che tendono a chiudere i pori lasciando respirare la doga e creando un effetto idrorepellente che non consente alle macchie di penetrare in profondità
SCELTA DEL MATERIALE: teak naturale o teak sintetico?
Nell’industria nautica la qualità di teak più utilizzato è il Burma per via delle sue qualità estetiche con fibre uniformi e con pochi nodi.
Tenendo presente che una pianta di teak necessita di almeno una settantina d’anni per raggiungere dimensioni adeguate ad ottenere tavole adatte all’industria nautica, è prevedibile che sarà nuovamente disponibile nella seconda metà del secolo attuale.
Proprio per questo motivo il teak è considerato un legno molto pregiato quanto costoso.
LA MANUTENZIONE
Come abbiamo già detto, il teak richiede una certa cura e manutenzione in quanto è soggetta ad usura e ad ossidazione superficiale con modifica del colore dal marrone ad un grigio poco elegante. Pertanto, oltre ai normali lavaggi con acqua dolce, occorre effettuare almeno una volta all’anno un trattamento di pulizia e schiaritura con appositi prodotti (es. linea Teak Wonder). In alternativa esistono nuovi prodotti in materiale sintetico che riproducono più o meno il disegno ed il colore del teak naturale.
IL TEAK SINTETICO
Da una parte abbiamo prodotti sintetici realizzati generalmente in materiale plastico (ad es. PVC), le cui formule sono al continuo studio dei singoli produttori per un costante miglioramento, e dall’altra quelli realizzati mediante fibre vegetali conglomerate con collanti epossidici.
VANTAGGI: Le caratteristiche delle coperte in materiale sintetico sono l’inattaccabilità da parte degli agenti atmosferici, salsedine, olii, nafta e sporcizia in genere. Hanno un ottimo potere antisdrucciolo in condizioni di bagnato e un buon potere assorbente ed anti deformante in caso di urto o caduta di oggetti. Per la manutenzione basta un semplice lavaggio con acqua dolce.
SVANTAGGI: Essendo prodotti di tipo plastico tendono a scaldarsi molto sotto al sole per cui potrebbe risultare fastidioso camminarci scalzi mentre i prodotti in fibra vegetale non risentono di questo problema in quanto sembra quasi di camminare su una coperta in teak naturale.
ASPORTAZIONE DEL VECCHIO TEAK
Quando occorre cambiare il teak?
Il teak è da cambiare quando le doghe vecchie sono ridotte a spessori minimi senza quasi più comento di gomma ; quando il teak ancora buono comincia a staccarsi dalla vetroresina a causa di incollaggio eseguito male oppure quando il compensato marino rivestito in teak viene carteggiato fino a consumare il rivestimento.
L’asportazione del teak inizia con la rimozione totale della gomma utilizzando un taglierino e uno scalpello. E’ un lavoro che richiede pazienza e soprattutto attenzione per evitare di rovinare le doghe.
Una volta che il vecchio teak è stato asportato, carteggiare la superficie stando attenti a non rovinare le murate laterali con la levigatrice. In questa fase, l’ideale è togliere oltre ai residui di legno anche tutto il collante precedente riportando il fondo al colore originale. L’asportazione del collante vecchio è consigliata perché potrebbe non essere compatibile con il nuovo collante.
A questo punto ci troviamo una superficie bianca e opaca che sicuramente ha parecchia polvere: se la situazione lo permette lavare abbondantemente con acqua e spugna per togliere tutti i residui di polvere, altrimenti usare un aspirapolvere potente. Infine asciugare bene tutta la superficie.
Per l’incollaggio dei pannelli serviranno i seguenti prodotti:
- Primer per doghe in legno da applicare al pannello di teak (Sika Primer-290 DC)
- Sigillante nautico poliuretanico da stendere sul fondo (Sikaflex-298 FC)
Applicare il primer sul retro del pannello e attendere circa un’ora (ma non più di 24) quindi applicare a spatola dentata sul fondo il Sika 298 su tutta la superficie senza uscire dal perimetro e appoggiare il pannello aiutandosi per la posizione con il nastro di carta.
Fissare sempre un pannello alla volta ed evitare che il sika cominci ad asciugare prima che sia in posizione. Una volta posizionato si può muoverlo ma di poco altrimenti sporcherà al di fuori del suo perimetro.
A questo punto il pannello va fissato . Si possono usare sia le viti che poi andranno nascoste con una serie di tappi in teak o mettere dei pesi su tutta la superficie. Appena il tutto è asciutto si può tagliare con il taglierino l’eventuale sbordatura del sika dal teak e successivamente carteggiare la superficie.
Guarnizione:
Applicare del nastro adesivo di carta perimetro esterno del teak con molta cura, quindi anche sulla carrozzeria e premere bene in modo che aderisca, spennellare di primer trasparente la cavità e dopo un’ora circa applicare il sika 290 con pistola a beccuccio, indossare i guanti di lattice e passare il dito tutto intorno per creare un semicerchio fra parete e teak. Il prodotto che potrebbe accidentalmente finire sulla carrozzeria va per quanto possibile tolto subito con diluente nitro, sul legno invece va lasciato perché sarà semplicissimo eliminarlo con carta vetrata una volta asciutto. E’ bene sapere che i filetti di guarnizione più sono sottili e più sono eleganti, evitiamo quindi di superare i 5-6 mm.
Infine con una spugna si applica un olio specifico per teak, seguendo le venature del materiale.
Finale
- Se il teak è nuovo si consiglia di dare una mano di olio per pezzo e ripeterlo almeno una volta l’anno.
- Se il teak è diventato grigio ma è ancora liscio è sufficiente lavarlo con i prodotti che si trovano in commercio come il Teak Wonder o i prodotti della MaFra.
- Se invece ha una superficie grinzosa si può carteggiare per riportarlo ai precedenti splendori.